|
GIORNATA INTERNAZIONALE PER LA RISOLUZIONE
DEI CONFLITTI
| Intervista |
Il Direttore di Avvenire di
Calabria intervista la responsabile Francesca Chirico per il
Conflict Resolution Day |
Sempre più presente in tutti i campi del diritto e della
società
Questa pluralità di istituti ha
al centro il dialogo
L’esperta: «Aiuta a colmare
le distanze, a superare le difficoltà operative e
relazionali e risolvere contenziosi» |
|
La mediazione, una forma di
alternativa alla giustizia basata sull’incontro invece che
sullo scontro.
Ecco la mission di Francesca Chirico, amministratrice di
Ismed, un istituto di mediazione con sede a Reggio Calabria.
Ma cosa è la mediazione? Che forme assume? Ne abbiamo
parlato con l’esperta reggina.
Dottoressa
Chirico, qual è la forma più diffusa di mediazione in
Italia?
La più diffusa è quella
civile e commerciale, introdotta nel 2010 per recepire la
Direttiva 2008/52/CE che invitava gli Stati membri a
considerarla uno strumento idoneo a soddisfare gli interessi
delle parti e, quindi, affatto deteriore rispetto al
giudizio. In Italia, in realtà, è incentivata anche per
defatigare l’endemico carico giudiziale. Per evitare il
ricorso in tribunale, il Legislatore ha previsto per diverse
materie un passaggio obbligatorio dal mediatore e il ricorso
facoltativo per tutti i diritti disponibili.
Come funziona la
mediazione?
Le parti presentano una
domanda di mediazione presso un organismo accreditato al
Ministero della Giustizia e, assistite dai propri avvocati,
sono facilitate dal mediatore nella ricerca di un accordo
conciliativo frutto di una ricerca condivisa e, quindi,
duraturo nel tempo. È un procedimento celere, economico e
riservato.Si svolge in un clima di informalità procedurale,
non ci sono giudici, né arbitri: al centro solo gli
interessi delle parti, tanto che l’accordo che raggiungono
ha il valore di titolo esecutivo.
In quali tipi di casi la
mediazione è particolarmente efficace? Quali sono i limiti
della mediazione e quando potrebbe essere necessario
ricorrere ad altre forme di risoluzione delle controversie?
In tutti i rapporti di
durata. Le materie “obbligatorie”, cioè condizione di
procedibilità della domanda giudiziale, sono quelle che
prevedono la prosecuzione dei legami oltre la lite (solo per
fare qualche esempio, bisogna ricorrere al mediatore per
liti condominiali, divisioni, successioni ereditarie,
locazioni, contratti).
In ogni caso, non tutto è
mediabile: ci sono situazioni in cui il ricorso al giudice è
indispensabile per ristabilire l’equilibrio fra le parti.
Quali sono le qualità
chiave di un buon mediatore e come scegliere il mediatore
giusto per un caso specifico?
La figura del mediatore
come “compositore della lite” è insita nella cultura di
tutti i popoli ed è stata codificata nei secoli arrivando
oggi ad essere una professione.
Il mediatore è un terzo
imparziale che “facilita” i rapporti fra le parti, riattiva
la comunicazione interrottasi o degenerata con l’insorgere
della lite e le aiuta a fare sintesi. Mediare presuppone
delle competenze giuridiche e metagiuridiche, soprattutto,
serve l’empatia che consente di entrare, senza invaderne il
campo, nel complesso mondo del non detto verbalmente.
Quali consigli daresti a
qualcuno che sta considerando la mediazione come opzione per
risolvere una disputa?
Intanto di verificare
la serietà dell’Organismo che si sceglie. Ma soprattutto, il
consiglio è quello di “disarmarsi”. Al tavolo di mediazione
si arriva spesso per banali litigi: le parole sono sempre
veicolo di incomprensione.
Bisogna farsi aiutare dal
mediatore a capire che la nostra non è l’unica soluzione
possibile. È legittima, rispettabile ma è solo uno dei modi
di vedere la vicenda. Per superare il problema e trovare
pace, dobbiamo imparare ad ascoltare e metterci nei panni
dell’altro.
Oltre ai vantaggi di tipo
economico e procedurali la mediazione ha un valore sociale?
Il modello italiano di
mediazione, anche grazie agli incentivi fiscali e al
Patrocinio gratuito a spese dello Stato, ha dato
incoraggianti risultati. Ma soprattutto, sta portando ad un
graduale, significativo, cambio di mentalità nell’approccio
alle controversie.
Il Covid ci ha consegnato un
modo più individualistico e distaccato di vivere i rapporti,
la mediazione per sua natura, aiuta a colmare le distanze, a
trovare soluzioni per superare le difficoltà operative e
relazionali e risolvere contenziosi di particolare
complessità giuridica assolvendo alla sua funzione primaria
quella di essere non una giustizia alternativa, ma una
giustizia complementare, un modo per rigenerare i legami,
ridefinire i rapporti, accelerare la ripresa economica e
garantire la pace sociale.
19 Ottobre 2023 |
|